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Altopiano di Piné e Valle di Cembra: cosa vedere in una giornata

Piramidi di Segonzano

Chi l’ha detto che per vedere le piramidi bisogna andare fino in Egitto? Anche il Trentino ha le sue piramidi, nascoste fra le montagne della Valle di Cembra. Al posto della sabbia arida del deserto, ci sono le verdi foglie degli alberi; al posto dei gradoni di pietra, svettanti guglie di terra. Stiamo parlando delle piramidi di Segonzano, a 30 km da Trento.

Non farti ingannare dal nome: si chiamano piramidi ma non hanno nulla a che fare con le grandi tombe dei faraoni. Le piramidi di Segonzano sono un capolavoro della natura che, come uno scultore paziente, ha plasmato il territorio nel corso dei millenni. Al termine dell’ultima glaciazione, oltre 10.000 anni fa, i ghiacciai avevano lasciato parecchio materiale: argilla, sabbia, ciottoli, massi erratici. Lentamente le acque piovane iniziarono a erodere la morena, scavando la terra e trascinandola verso valle. Tra il materiale c’erano però alcuni grandi pietre che, come un ombrello, protessero dall’erosione il terreno sottostante. Le alte colonne rastremate che noi chiamiamo piramidi sono ciò che rimane dell’antico deposito glaciale.

Si tratta di un fenomeno geologico molto particolare, prodotto dalla concomitanza di più fattori. In Italia, casi di piramidi di terra simili a quelle di Segonzano si trovano solo in altre tre località: sull’Altopiano del Renon, in Alto-Adige; sulla sponda orientale del lago d’Iseo presso Cisiano, in Lombardia; a Villar San Costanzo presso Cuneo, in Piemonte.

Le piramidi di Segonzano hanno forme diverse. Le più comuni sono le cosiddette piramidi “col cappello”, a tronco di cono sormontato da un masso che assomiglia appunto a un cappello. Per la loro bizzarra forma, sono chiamate amichevolmente “omeni de Segonzan”, uomini di Segonzano. Non tutte le piramidi sono protette da un masso: ci sono le piramidi “a punta”, quelle “a cresta” costituite da una lama di terreno seghettato e affilato, quelle raggruppate “a canne d’organo”. In assenza di protezione, la piramide è destinata a scomparire nel giro di un secolo… a meno che l’acqua non arrivi a trovare un masso che a quel punto farà da cappello.

Le fotografie non rendono l’idea dell’imponenza delle piramidi: quelle più alte raggiungono i 20 metri di altezza e si stima che il più grande dei cappelli pesi 100 quintali.

Siamo sicuri che le piramidi siano il frutto della natura? Secondo la leggenda, l’origine sarebbe un’altra. In tempi lontanissimi, i boschi di Segonzano e la valle del Rio Regnana erano popolati da folletti. Queste creature scorrazzavano qua e là per le foreste senza alcun rispetto per la natura. Le divinità ammonirono i folletti, ma essi non cambiarono atteggiamento: allora gli dei, come punizione, li pietrificarono là, dove oggi sorgono le piramidi. Attenzione quindi a come ti comporti quando visiti le piramidi di Segonzano!

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Cascata del Lupo

Se ti piacciono gli angoli remoti dove la natura mostra tutta la sua potenza, non puoi perderti la Cascata del Lupo, il più noto salto d’acqua dell’Altopiano di Pinè. In questo punto (Bót del Lóf in dialetto trentino) il Rio Regnana precipita in un anfratto roccioso con uno spettacolare tuffo di 36 metri. Il lupo si sarà davvero nascosto nella forra in passato? Certo è che oggi la cascata, incastonata tra due altissime pareti di porfido ricoperte da muschio verde brillante, crea un’atmosfera magica. E quando d’inverno l’acqua cristallizza, il luogo sembra davvero uscito da una fiaba.

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