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Carnevale a Trento e dintorni

Se passi le vacanze di Carnevale in valle di Cembra, non puoi perdere due tra le manifestazioni più antiche e folkloristiche dell’intero Trentino: il Carnevale di Grauno e il Carnevale di Valfloriana.

Carnevale di Grauno

Grauno è un piccolo paesino della val di Cembra, a quasi 1000 metri, oggi parte del comune di Altavalle. Qui da tempo immemorabile il periodo di Carnevale è festeggiato con un particolare rituale che ricorda i roghi votivi delle culture preromane.
Ogni anno prima della Quaresima gli abitanti di Grauno tagliano un albero di pino e lo portano nei pressi del paese.
A farsi carico del lavoro in passato erano i coscritti, ossia i neo-diciottenni che dovevano partire per il servizio militare.
La mattina del martedì grasso il pino, con corde, catene e zappini, viene trascinato dagli uomini per le irte strade del villaggio fino alla piazza. Qui si tiene il battesimo della pianta, una cerimonia scherzosa durante la quale l’ultimo uomo che si è sposato ‘battezza’ l’albero con un ramoscello di pino imbevuto nel vino. Tra canti e risate, il tronco viene portato in corteo sulla sommità di un dosso formato dalle ceneri dei pini bruciati negli anni precedenti. Issato a mano in una grande buca, il pino viene poi rivestito di paglia e alla base è accatastato altro legname.
Al calar del sole, si accende il rogo: uno spettacolo suggestivo, che propizia la fecondità della terra per la nuova stagione e porta avanti una tradizione che si tramanda di generazione in generazione.

Grauno è in festa anche nei giorni antecedenti il rogo: venerdì, sabato e domenica è possibile partecipare a pranzi e cene speciali, il tutto condito da musica e animazione per grandi e piccini.

 

Carnevale di Valfloriana

Valfloriana, a 800 metri di altitudine tra val di Fiemme e val di Cembra, è un comune con poco più di 500 anime sparse in 12 frazioni. Tutto a Valfloriana è rimasto come una volta, anche il carnevale, popolato da maschere uniche che troviamo solo qui. La festa si svolge solo il sabato grasso, ma dura tutta la giornata e consiste in una sfilata a piedi che parte a Sicina, la frazione più alta di Valfloriana e scende di paese in paese fino a Casatta, la frazione più bassa.
La sfilata ricalca l’usanza dei cortei nuziali, quando gli sposi passavano di frazione in frazione. Protagonisti del corteo sono i matoci, personaggi con il volto coperto da una facèra, maschera in legno di cirmolo o di abete rosso, rigorosamente intagliata a mano, vestiti con abiti stravaganti e colorati, pieni di pizzi, fiocchetti, nastri e coccarde, con campanacci attorno ai fianchi.
All’ingresso di ogni frazione, i matoci -che rappresentano gli stranieri- trovano la strada bloccata: per proseguire devono superare uno scambio di battute chiamato contrèst, rituale che evoca il tempo che fu, quando per entrare in paese occorreva pagare un pedaggio. Oltre ai matoci ci sono poi gli arlecchini, agghindati con un alto cappello a punta decorato da fiori di stoffa, merletti e nastri colorati. A loro spetta animare il corteo con danze e balli. Seguono poi altre maschere, tra cui gli sposi a ruoli invertiti, e una serie di figure che si rifanno ai tradizionali mestieri di montagna. A chiudere il corteo sono i paiaci, che mettono in scena spettacoli divertenti.

Lungo il tragitto sono previste soste con ristoro, con la possibilità di pranzo e cena. L’evento termina a Casatta, dove alla sera si tiene un grande ballo a suon di fisarmonica.